TERROIR
Terroir

Il terroir dei vigneti Vesce è compreso nel cuore dell’area di produzione dell’Aglianico di Taurasi e gode di una straordinaria combinazione tra la composizione vulcanica del suolo, il clima collinare e la loro peculiare esposizione. .

TERROIR

Il terroir dei vigneti Vesce è compreso nel cuore dell’areale di produzione dell’Aglianico di Taurasi e gode di una straordinaria combinazione tra la composizione vulcanica del suolo, il clima collinare e una peculiare esposizione. L’adattamento ambientale di questa varietà di aglianico è uno straordinario esempio di biodiversità viticola, sviluppatasi nel corso di oltre 3.000 anni dopo la colonizzazione ellenica della Magna Grecia.

I vigneti da cui derivano i vini Vesce si trovano sulla riva sinistra del fiume Calore, presso l’antichissimo passo di Ponte Appio (Ponterotto).

L’incrocio di più strade, tracciate dai greci e consolidate dai romani, sono la radice culturale di questo vitigno e della sua tecnica di coltivazione. I traffici commerciali sviluppatisi sulla via Appia dal lontano oriente verso Cuma, consolidati dai Romani che li estesero fino all’Urbe, e accresciuti nel regno di Napoli da Svevi, Angioini e Aragonesi, attraversano da millenni questo lembo di terra baciata da Dio. Oltre alle straordinarie uve, la ferace natura di questa terra vanta produzioni agricole eccezionali che vanno dal grano d’altura, al tabacco beneventano, alle nocciole avellane, ai formaggi e alle carni bovine e ovine, rispettivamente di razza podolica e di razza Laticauda.

I vigneti di Campoceraso (Case Arse) e di Cuorno (Leo Cubans), che oggi rientrano nel comune di Venticano, appartengono da secoli alla famiglia Vesce. Fino al 1948, tali vigneti ricadevano nel territorio dell’Universitas di “Pietra de Fusi”, divenuta Comune di Pietradefusi con l’unità d’Italia.

L’alta vocazione di tali vigneti di aglianico Vesce, che si estendevano per diversi ettari, è testimoniata dal fatto che nel corso del 19° secolo, fino alla comparsa della filossera e alla caduta del mercato delle uve irpine, i commercianti di uve pugliesi se ne contendevano il prodotto, acquistandole con un anno di anticipo, per conferire sapore e colore alle proprie uve d’alta gradazione.